Paura, speranza e budino di pane by Marie Sexton

Paura, speranza e budino di pane by Marie Sexton

autore:Marie Sexton [Sexton, Marie]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Gay Romance, LGBT, Contemporary, Fiction, Gay, Romance
ISBN: 9781634777483
Google: 845NDAAAQBAJ
editore: Dreamspinner Press
pubblicato: 2016-06-14T08:59:03+00:00


Capitolo 7

Data: 30 dicembre

Da: Cole

A: Jared

È troppo doloroso parlarne. Tutto quello che posso dire è che non mi sono mai odiato così tanto.

MI VERSAI da bere e affrontai il caos lasciato dopo la cena rovinata. Avevo ancora l’abitudine di lavare i piatti dopo che Cole aveva cucinato, ma raramente lo facevo con un tale peso nel cuore. Pulii in silenzio, togliendo macchie di salsa che non avevamo mangiato e buttando la pasta stracotta nella spazzatura. Non sapevo quanto tempo gli sarebbe servito, ma pulii la cucina e bevvi qualcosa.

Era a letto con le luci spente e mi dava le spalle. Non stava dormendo, però. Era troppo immobile e rigido. Mi spogliai e mi misi a letto. Gli guardai la schiena per qualche istante, aspettando un segno di qualche tipo. Quando non arrivò niente, mi avvicinai a lui.

“No,” disse.

Lo abbracciai e lo strinsi a me. “Sì.” Baciai la farfalla dietro al suo collo. Lasciai scivolare la mano sul suo ventre fino al suo inguine.

“Non posso proprio fare sesso. Non dopo quello che è successo.”

“Ma sono questi i momenti in cui ne hai più bisogno.”

“Lo credi?”

Gli baciai di nuovo il collo mentre lo accarezzavo. “Lo so. La tua mente sta continuando a ripercorrere ancora e ancora ciò che è andato male.”

“Sì.”

“È ora di fermare i pensieri.”

Sospirò frustrato, ma una parte del suo fastidio era dovuta al fatto che stava già funzionando. Sarebbe voluto stare lì a rimproverarsi tutta la notte, ma il suo corpo stava già rispondendo al mio tocco, il suo pene si ingrossò e si indurì nella mia mano. Il suo respiro stava già cambiando, la sua voce stava diventando più roca di desiderio, nonostante fosse ancora rigido contro di me.

“Sono una persona orribile,” disse.

“Perché?”

“Mi faccio distrarre così facilmente.”

Ridacchiai contro il suo collo. “Sono abbastanza convinto che questo ti renda semplicemente un uomo.”

“Non so se posso, Jonny.”

Non discussi con lui. Non con le parole, almeno. Ma continuai a muovere le mani. Non lo stavo masturbando. Era qualcosa di più lieve. Lo tentavo. Lo accarezzai, fino a quando non fu completamente eretto. Senza fiato, gemette. Gli stuzzicai i capezzoli e gli accarezzai la pancia. Lasciai che le mie dita giocassero con ogni centimetro del suo inguine glabro fino a quando non cominciò finalmente a rilassarsi.

Lo feci stendere a pancia in giù e mi misi su di lui. Lo baciai dietro al collo e sulle scapole. Gli massaggiai i muscoli contratti delle spalle e della schiena mentre mi abbassavo, baciando ogni vertebra, indugiando sul lieve avvallamento formato dalla curva del sedere. Gli circondai i fianchi, sussurrando parole leggere e amorevoli sulla sua pelle.

Lentamente, cominciò a lasciarsi andare.

Lo feci girare, e stavolta cominciai a salire. Gli baciai la pelle morbida e rasata dell’inguine. Strusciai il naso sul calore setoso del suo ventre e gli massaggiai i fianchi. Gli divorai il collo, costeggiai la mascella, gli lasciai dei baci sulle guance fino a quando non mi mise le braccia intorno al collo. “Jonathan,” sussurrò, e mi trascinò in un bacio.

Anche in quel momento, quel gesto parve il più intimo di tutto l’atto.



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